Valida l’autofattura al cedente con partita Iva cessata

In caso di omessa fatturazione da parte del cedente/prestatore o di ricezione di una fattura irregolare, il cessionario/committente deve – previo versamento dell’Iva con l’F24 se richiesto – emettere un’autofattura con il “Tipo Documento” TD20 – Autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture ex art. 6, commi 8 e 9-bis, del D.Lgs. n. 471/1997 o art. 46, comma 5, del D.L. n. 331/1993), indicando l’imponibile, la relativa imposta, o l’importo per il quale non si applica l’imposta, come cedente/prestatore l’effettivo cedente o prestatore e come cessionario/committente se stesso.

Al riguardo, con la Risposta all’istanza di interpello 14 maggio 2021, n. 344 , l’Agenzia delle Entrate ha precisato che quando il soggetto obbligato ad emettere l’autofattura è il cessionario/committente, mentre il destinatario è il cedente/prestatore, è necessario che sia attiva la partita Iva dell’emittente (cessionario/committente), ma non anche quella del destinatario (cedente/prestatore).

Di conseguenza, in caso di utilizzo del “tipo documento” TD20, è possibile indicare nel campo “cedente/prestatore” una partita Iva non più esistente alla data di emissione del documento, purché non sia cessata da più di 5 anni.

In tal caso – ha precisato l’Agenzia – il Sistema di Interscambio non scarta la fattura e la stessa si considera emessa correttamente. Si tratta di una conclusione coerente con le specifiche tecniche allegate al Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate 20 aprile 2020, “Versione 1.6.2” del 26 novembre 2020: a pag. 7 del documento, infatti, viene precisato che, già dalla versione 1.5 del 1° luglio 2019 sono stati “Introdotti nuovi controlli per: (…) – verificare, nei casi di autofattura, che la partita IVA del cedente/prestatore non sia cessata da più di 5 anni (codice di errore 00323)”.