Superbonus: niente tassazione “light” per le plusvalenze tassate
È stato dichiarato inammissibile l’emendamento al disegno di Legge di Bilancio 2025, firmato da tre esponenti di Fratelli d’Italia, che mirava a rendere più “soft” la novella disciplina in materia di tassazione delle plusvalenze in caso di cessione di immobili ristrutturati con il Superbonus.
L’ultima Legge di Bilancio (Legge n. 213/2023, art. 1, commi da 64 a 67) ha introdotto a partire dal 1° gennaio 2024 un’ipotesi di plusvalenza che si realizza a seguito della cessione a titolo oneroso di immobili oggetto di interventi agevolati con Superbonus che, all’atto della cessione, si siano conclusi da non più di dieci anni. La plusvalenza configura un reddito diverso se non conseguito nell’esercizio di arti e professioni e di imprese commerciali o da società in nome collettivo o in accomandita semplice.
La nuova fattispecie impositiva si applica:
- per la prima cessione dell’immobile interessato da interventi ammessi al Superbonus;
- sia se il Superbonus è stato fruito direttamente in dichiarazione sia se si è optato per cessione/sconto ex art. 121 del D.L. n. 34/2020;
- a prescindere dalla durata del possesso delle unità oggetto degli interventi.
Rientrano nell’ambito oggettivo di applicazione della nuova disposizione tutte le tipologie di immobili che sono state oggetto degli interventi agevolati ammessi al Superbonus, a prescindere dall’aliquota applicata (110, 90 o 70%).
Restano esclusi, invece, gli immobili:
- acquisiti per successione;
- adibiti ad abitazione principale del cedente/suoi familiari per la maggior parte dei 10 anni ovvero per la maggior parte del periodo (inferiore a 10 anni) antecedente la cessione.
Nel pacchetto di emendamenti al disegno di legge di Bilancio 2025 sono state previste diverse proposte volte ad alleggerire la disciplina in argomento prevedendo:
- la riduzione da 10 anni a 5 anni dell’intervallo di tempo – calcolato tra ristrutturazione e vendita – entro il quale scatta la tassazione extra;
- un alleggerimento della tassazione per i rogiti completati nel 2024 ma relativi a preliminari sottoscritti prima che protegga, nei fatti, comportamenti formalizzati prima dell’introduzione della normativa che ha istituito la tassazione delle plusvalenze.
L’emendamento come anticipato è saltato, in quanto dichiarato inammissibile all’esame della commissione Bilancio del Senato. Si tratta di uno dei 113 emendamenti non ammessi, rispetto ai 381 complessivamente depositati.