Superbonus e crediti incagliati: il MEF valuta nuove misure di tutela
Il MEF sta studiando nuove soluzioni per la salvaguardia dei c.d. “esodati del Superbonus”, si tratta dei contribuenti che, malauguratamente, hanno iniziato in buona fede i lavori agevolati con la maxi-detrazione senza però riuscire ad arrivare al termine dell’intervento causa: ritardi di costruzione, fallimenti delle ditte appaltatrici, sopravvenuta impasse del mercato della cessione del credito, etc.
Negli scorsi giorni erano state sollevate numerose proteste da associazioni di categoria e addetti ai lavori lamentando per altro come il continuo susseguirsi di modifiche normative, con la relativa incertezza di applicazione, sia stato la principale causa di molti rallentamenti che hanno poi determinato la perdita del bonus. Un barlume di speranza verso una transizione indolore è arrivato a seguito dei colloqui di mercoledì tra la delegazione del movimento degli esodati, insieme al leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte (hanno partecipato alla manifestazione anche i rappresentati del Pd, Antonio Misiani e Ubaldo Pagano) ed il responsabile del dicastero, Giancarlo Giorgetti.
Tra i primi interventi allo studio del MEF sembrerebbero esserci nuove soluzioni ad hoc e selettive (non quindi per la generalità dei crediti interessati) volte a tutelare le citate problematiche evidenziate da cittadini, imprese e professionisti.
La ratio è quella di garantire il legittimo affidamento del contribuente, che ha avviato in buona fede i lavori sotto una normativa molto più permissiva e ristrettasi progressivamente con gli ultimi interventi.
Sembrerebbe quindi che beneficiari della misura possano essere i contribuenti che hanno avviato i lavori o inviato la Cilas o deliberato in condominio prima della stretta sulle cessioni varata dal D.L. n. 4/2022, ossia a inizio 2022, in un contesto di piena circolazione dei crediti, venuta poi decisamente meno.