Prosegue a Milano il Festival dello Sviluppo Sostenibile
Prosegue il Festival dello Sviluppo Sostenibile, la manifestazione promossa dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), con la sua terza tappa nella città di Milano, dal 15 al 17 maggio, nel corso del quale è stato condiviso il Position paper “La decarbonizzazione dei trasporti. Proposte per un nuovo Pniec”, redatto dal Gruppo di lavoro ASviS sul Goal 11 “Città e comunità sostenibili”.
Il messaggio è chiaro: per raggiungere la decarbonizzazione dei trasporti, l’Italia deve puntare sull’elettrificazione dei trasporti terrestri e lo sviluppo dei biocarburanti avanzati (cioè da materie prime non alimentari), dell’idrogeno verde (idrogeno prodotto da energie rinnovabili) o dei combustibili sintetici di origine non biologica per i trasporti navali e aerei non elettrificabili.
L’Italia, come gli altri Paesi membri dell’Unione europea, deve presentare alla Commissione europea, entro il 30 giugno, una proposta di revisione del Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), che, una volta, approvato avrà durata decennale.
La situazione nel nostro Paese – In Italia, quello dei trasporti rimane un settore quasi completamente dipendente dal petrolio: il 90,5% dei trasporti è infatti legato a prodotti derivati dal petrolio; per quanto riguarda l’elettricità, invece, i consumi finali del settore che le sono attribuiti corrispondono al 2,7% del totale, di cui 1,7% deriva da fonti fossili. Per quel che riguarda l’utilizzo dei diversi mezzi di trasporto, invece, il 90% circa dei consumi energetici nel 2020 è stato assorbito dal trasporto su strada, ma dall’analisi “appare evidente che uno spostamento modale a vantaggio del trasporto ferroviario, soprattutto merci, incrementerebbe sia l’efficienza energetica che il ruolo delle rinnovabili nel settore dei trasporti”.
Le proposte di ASviS – L’Alleanza propone l’adozione di politiche specifiche nei diversi settori dei trasporti, che riguardano i seguenti temi:
- biocarburanti di prima generazione da materie prime alimentari;
- biometano e biocarburanti avanzati;
- revisione dei meccanismi di incentivo dei Certificati di immissione in consumo;
- auto e mezzi elettrici stradali;
- trasporto ferroviario e trasporto pubblico locale elettrico;
- riforma della fiscalità dei carburanti;
- navigazione e infrastrutture portuali.
Ciò consentirebbe “una riduzione del 25% in sette anni rispetto alle emissioni del 2021”, con una percentuale di rinnovabile equivalente (10%), ma con un’efficienza molto più elevata, un minore ricorso a biocarburanti che comportano una quota di emissione di gas a effetto serra e l’annullamento delle importazioni di biocarburanti di dubbia origine.