Privacy, trattamento semplificato per professionisti e piccole imprese e sospensione delle sanzioni
È necessario configurare una normativa applicabile alle piccole e medie imprese. Una regolamentazione semplificata, condivisa e dettagliata settore per settore, con particolare attenzione alle peculiarità degli studi professionali rispetto alle imprese”. Questa è la richiesta del presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, durante l’audizione presso le Commissioni speciali riunite di Camera e Senato, sullo schema di decreto legislativo di adeguamento alle disposizioni del Regolamento UE n. 2016/679 (Gdpr), entrato in vigore lo scorso 25 maggio.
Una normativa in grado di specificare gli adempimenti professione per professione, perché diversi sono la tipologia di dati ed il livello di trattamento cui sono soggetti i commercialisti o i notai rispetto ai medici o ai veterinari. “Bisogna agire con celerità – ha sottolineato Stella, sollecitando il Garante Privacy ad adottare con urgenza linee guida mirate – perché il protrarsi dell’applicazione della disciplina generale anche alle nostre realtà potrebbe determinare effetti negativi sulle attività economiche, che si traducono in maggiori oneri, adempimenti, costi, responsabilità”.
Sulla stessa linea anche Confartigianato che, durante l’incontro, ha richiesto norme semplificate a misura di micro e piccole imprese e sospensione delle sanzioni a carico degli imprenditori per 6 mesi, puntualizzando come ammonti già a 3,1 miliardi di euro il costo sostenuto per la prima fase di adeguamento alle nuove norme sulla privacy.
Con riferimento alle sanzioni Confindustria e Abi hanno segnalato la necessità di assicurare che non vi siano rischi di sovrapposizione di sanzioni di natura amministrativa e penale, garantendo il rispetto del principio del “ne bis in idem”.
L’Associazione bancaria italiana ha inoltre sottolineato la necessità di riconsiderare l’impianto normativo, troppo frammentario, unificando in un solo testo la nuova disciplina prevista nel Regolamento UE e quella contenuta nel Codice privacy (D.Lgs. n. 196/2003).
Osservazioni condivise anche dal Consiglio nazionale forense che evidenzia la difficoltà del continuo confronto tra Regolamento, nuova normativa di attuazione e vecchio decreto.