Pos, all’esame della Camera il taglio delle sanzioni
Tra gli emendamenti presentati al decreto fiscale di accompagnamento alla Manovra di fine anno (D.L. 26 ottobre 2019, n. 124) – attualmente all’esame della Camera – vi è anche una proposta finalizzata a ridurre le sanzioni previste per chi rifiuta l’utilizzo dei Pos. Al riguardo si ricorda che l’art. 23 del decreto:
- introduce un super-bonus per le spese effettuate con strumenti di pagamento tracciabili nei settori in cui è ancora molto diffuso l’uso del contante e l’istituzione di estrazioni e premi speciali per le spese pagate con moneta elettronica;
- dispone che l’obbligo di accettazione di carte di pagamento è assolto con riferimento ad almeno una tipologia di carta di debito e ad almeno una tipologia di carta di credito, identificate dal marchio del circuito di appartenenza;
- contestualmente, prevede sanzioni per la mancata accettazione dei pagamenti con carte di credito o bancomat da parte di commercianti e professionisti, a prescindere dall’importo: la multa – applicabile dal 1° luglio 2020 – sarà di 30 euro, alla quale si dovrà aggiungere una percentuale del 4% sul valore della transazione (art. 15, comma 4-bis, D.L. 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modifiche dalla Legge 17 dicembre 2012, n. 221).
Viene pertanto abrogato l’art. 2, comma 1, del D.M. 24 gennaio 2014, che limita ai pagamenti di importo superiore a trenta euro l’obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito. L’art. 22 del decreto-legge, inoltre, introduce un credito d’imposta a favore degli esercenti attività di impresa, arte o professioni sulle commissioni addebitate per le transazioni effettuate con carte di credito, di debito o prepagate; il credito d’imposta dev’essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito, nonché nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.
La norma impone alle banche di trasmettere in via telematica all’Agenzia delle Entrate le informazioni necessarie a controllare la spettanza del credito d’imposta.