Pmi, pagamenti in 30 giorni
Un limite massimo di 30 giorni per i pagamenti alle imprese in tutte le transazioni commerciali, quindi anche quelle che coinvolgono la pubblica amministrazione. Pagamento automatico degli interessi maturati e delle commissioni di compensazione. E nuove misure di esecuzione e di ricorso per tutelare le imprese dai cattivi pagatori.
Sono i cardini della nuova proposta di regolamento presentata dalla Commissione Ue sulla lotta ai ritardi di pagamenti a tutela delle Pmi. Il pacchetto legislativo (si veda altro articolo a pag. 27), composto da un regolamento, una direttiva e una comunicazione, adesso dovrà essere esaminate dal Parlamento e dal Consiglio Ue.
L’attuale direttiva datata 2011, che sarà abrogata, prevede un termine di pagamento di 30 giorni per le transazioni commerciali che può, tuttavia, essere esteso a 60 giorni o più “se non gravemente ingiusto nei confronti del creditore”. In pratica, evidenzia la Commissione, “l’assenza di un termine massimo di pagamento effettivo e l’ambiguità nella definizione di gravemente ingiusto nella Direttiva hanno portato a una situazione in cui termini di pagamento di 120 giorni o più vengono spesso imposti ai creditori più piccoli”.
La nuova proposta di regolamento razionalizza le disposizioni attuali e introduce un unico termine massimo di pagamento di 30 giorni per tutte le transazioni commerciali. Questa scadenza sarà la stessa in tutti i Ventisette (oggi in Italia in base al dlgs 231/2022 il termine di 30 giorni è prorogabile a 60 e anche oltre in presenza di determinate condizioni).
Le parti, viene precisato, “possono negoziare qualsiasi termine di pagamento purché non superi i 30 giorni e la proposta non pregiudica i termini di pagamento più brevi stabiliti dalla legislazione nazionale, per garantire la certezza del diritto”. Si elimina inoltre l’attuale proroga a 60 giorni dei termini di pagamento per gli enti pubblici che forniscono assistenza sanitaria e per le autorità che svolgono attività economiche di natura industriale o commerciale. Nei calcoli di Bruxelles, “una riduzione di un giorno dei ritardi di pagamento aumenterebbe il flusso di cassa aggregato delle imprese dell’Ue dello 0,9% e potrebbe far risparmiare loro 158 milioni di euro in costi di finanziamento”.
Il testo fa parte di una serie di iniziative per sostenere la competitività del tessuto imprenditoriale Ue. Vi si prevede tra l’altro il pagamento automatico degli interessi maturati e delle commissioni di compensazione e nuove misure di esecuzione e ricorso per tutelare il flusso di cassa delle Pmi. “I ritardi di pagamento hanno un impatto notevole sulle Pmi”, tanto che “un fallimento su quattro è dovuto al mancato pagamento puntuale delle fatture” e “in media, una fattura su due nelle transazioni commerciali viene pagata in ritardo, o non viene affatto pagata”, si legge nella nuova proposta di regolamento.
Una delle cause principali dei ritardi nei pagamenti viene imputata alle “asimmetrie” tra debitori e creditori, una condizione che “spesso porta i fornitori ad accettare termini e condizioni di pagamento ingiusti”. I ritardi di pagamento, sottolinea ancora l’esecutivo Ue, “creano un effetto domino” che “riduce la competitività delle imprese”, “aumenta i costi di finanziamento” e “porta a ulteriori ritardi nei pagamenti”. “Il 70% delle aziende Ue ha confermato che essere pagate in tempo consentirebbe loro di pagare puntualmente anche i propri fornitori”, osserva la Commissione.