Nel Recovery Plan, approvato dal Governo, anche la riforma tributaria
Tra i principali aspetti del Recovery Plan, approvato ieri sera dal Consiglio dei Ministri in attuazione del programma Next Generation EU varato dall’Unione europea , si segnala anche la riforma fiscale, in particolare dell’Irpef, al fine – si legge nel documento – di rendere l’attuale sistema “più equo, semplice ed efficiente”. Il Governo è infatti intenzionato a realizzare “una revisione complessiva dell’imposta sul reddito delle persone fisiche nel segno dell’equità e della progressività, accompagnata da una costante azione di lotta all’evasione e incentivazione della tax compliance”.
La riforma sarà finalizzata “ad una riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro, dipendente ed autonomo, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso e incentivare l’occupazione delle donne e dei giovani”. L’obiettivo è quello di rendere il sistema fiscale italiano “più in linea con gli obiettivi indicati nelle Country specific recommendations rivolte al nostro Paese dall’Unione Europea”. In tale contesto è inoltre prevista la prosecuzione del processo di digitalizzazione delle certificazioni tributarie – fatture elettroniche e “scontrini” telematici – accompagnato dall’introduzione di servizi ai contribuenti “che favoriscono da un lato la compliance spontanea e dall’altro la capacità di controllo dell’amministrazione finanziaria”.
Fondamentale appare inoltre la spinta agli investimenti in tecnologie all’avanguardia e 4.0, ricerca, sviluppo e innovazione, cybersecurity e reti in fibra ottica, 5G e satellitari, collegate all’utente finale, “per assicurare una parità di accesso al mercato in ogni area del Paese”. “In quest’ottica – precisa il documento predisposto da Palazzo Chigi – gli incentivi fiscali inseriti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono riservati alle imprese che investono in beni strumentali, materiali ed immateriali, necessari ad un’effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi, nonché alle attività di ricerca e sviluppo connesse a questi investimenti”.
Si prevedono inoltre progetti per sostenere lo sviluppo e l’innovazione del Made in Italy, delle catene del valore e delle filiere industriali strategiche, nonché la crescita dimensionale e l’internazionalizzazione delle imprese, anche attraverso l’utilizzo di strumenti finanziari a leva. Previsto infine il mantenimento delle misure di vantaggio per il Mezzogiorno.
Queste, in sintesi, le 6 “missioni” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che raggruppano 16 componenti funzionali alla realizzazione degli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia del Governo, articolate in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti:
- digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, che comprende: digitalizzazione e innovazione della P.A., digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo, incentivi del piano Transizione 4.0, Banda Larga, 5G e monitoraggio satellitare, patrimonio culturale Next Generation, turismo e cultura 4.0;
- rivoluzione verde e transizione ecologica, che include: agricoltura sostenibile ed economia circolare, valorizzazione del ciclo integrato dei rifiuti, energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile, efficienza energetica e riqualificazione degli edifici, tutela del territorio e delle risorse idriche;
- infrastrutture per la mobilità sostenibile, finalizzata a: potenziamento dell’alta velocità ferroviaria e della rete ferroviaria regionale, messa in sicurezza e monitoraggio digitale delle strade, progetto integrato porti d’Italia, digitalizzazione degli aeroporti e dei sistemi logistici;
- istruzione e ricerca, con obiettivi: riduzione dei divari territoriali, multilinguismo, potenziamento dell’istruzione professionalizzante e ITS, rafforzamento di ricerca e sviluppo e trasferimento tecnologico;
- inclusione e coesione, che prevede: politiche per il lavoro, fiscalità di vantaggio al Sud e nuove assunzioni di giovani e donne, infrastrutture sociali e coesione territoriale, potenziamento dei servizi socio-assistenziali, disabilità e marginalità;
- salute, diretta a: potenziamento assistenza di prossimità e telemedicina, progetti per l’innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.
Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sarà ora inviato alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni.