Litisconsorzio necessario per le verifiche fiscali relative a società di persone
Il principio di unitarietà dell’accertamento che è alla base della rettifica delle dichiarazioni dei redditi delle società di persone (e delle associazioni di cui all’art. 5 del Tuir) e dei relativi soci, e la conseguente automatica imputazione dei redditi a ciascun socio in proporzione alla quota di partecipazione agli utili ed indipendentemente dalla percezione degli stessi, produce effetti anche sotto il profilo procedurale (Corte di Cassazione, Sezioni Unite, 4 giugno 2008, n. 14815). Per i giudici di legittimità, infatti, il ricorso tributario proposto, anche avverso un solo avviso di rettifica, da uno dei soci o dalla società riguarda inscindibilmente sia la società che tutti i soci – salvo che questi prospettino questioni personali -, sicché tutti i soggetti devono essere parte dello stesso procedimento e la controversia non può essere decisa limitatamente ad alcuni soltanto di essi.
La controversia, invero, non ha ad oggetto una singola posizione debitoria del o dei ricorrenti, bensì gli elementi comuni della fattispecie costitutiva dell’obbligazione dedotta nell’atto autoritativo impugnato. Di conseguenza, si configura un caso di litisconsorzio necessario originario; qualora il giudizio venga celebrato senza la partecipazione di tutti i litisconsorti necessari è affetto da nullità assoluta, rilevabile in ogni stato e grado del procedimento, anche d’ufficio (Cass. 4 giugno 2008, n. 14815, 18 maggio 2009, n. 11459, 25 luglio 2012, n. 13073, 17 gennaio 2013, n. 1047, 23 dicembre 2014, n. 27337, 21 ottobre 2015, n. 21340, e 27 luglio 2016, n. 15566).
I principi che precedono sono stati ora ribaditi dalla quinta sezione tributaria della Suprema Corte con la sentenza 4 ottobre 2019, n. 3575, depositata lo scorso 13 febbraio.