Le detrazioni si rifanno il look
Taglio delle detrazioni per i contribuenti con reddito sopra i 75mila euro. Spese sanitare escluse dalla sforbiciata. Dal 2025 è fissato un nuovo ammontare massimo di spese detraibili (es. interessi passivi mutui, bonus casa) modulato a seconda della composizione del nucleo familiare e del reddito del contribuente.
Si parte da un massimo di 14mila euro concesso ai contribuenti con nuclei “numerosi”, ovvero quelli con almeno 3 figli a carico (o in presenza di un figlio disabile) e redditi tra i 75mila a 100mila, per scendere a 8mila se il reddito dichiarato è superiore a 100mila euro.
Il livello minimo di spesa detraibile è applicato ai single ed alle coppie senza figli che subiscono una riduzione dei tetti del 50% e potranno portare in detrazione un massimo di 7mila euro se con redditi nella fascia 75mila-100mila euro e 4mila euro se con redditi over 100mila.
In presenza di uno o due figli a carico invece, seguendo il medesimo meccanismo, l’ammontare di 14mila e 8mila euro per fascia di reddito è invece ridotto rispettivamente del 30% e del 15%.
Non concorrono alla determinazione dei citati limiti, indipendentemente dalla composizione del nucleo, le spese sanitarie e restano salve le detrazioni già “acquisite” come quelle concesse per gli interessi passivi dei mutui contratti per l’acquisto dell’abitazione principale e sottoscritti entro il 31 dicembre 2024 e quelle per le spese sostenute entro la medesima data che danno diritto ai bonus casa.
Queste sono le principali novità contenute nella bozza della legge di bilancio 2025 e relative al riordino della detrazioni fiscali concesse alle persone fisiche.
Le riduzioni dai 75mila euro. Gli interventi presenti nella bozza in commento riguardano unicamente le detrazioni fiscali e non le deduzioni come i contributi per oneri previdenziali o per la previdenza complementare.
Sono fissati due importi base che costituiscono i tetti massimi di spese detraibili e pari a 14.000 euro, se il reddito complessivo del contribuente è tra i 75mila ed i100mila euro euro e 8.000 euro se il reddito è superiore a 100mila euro. Gli importi “base” subiscono poi delle riduzioni in caso di nuclei non considerati numerosi.
Nello specifico in caso di assenza di figli nel nucleo o per i sigle la riduzione dell’importo base è del 50%, in caso di un figlio a carico è del 30% ed in presenza di due figli la riduzione è del 15%.
Si arriva quindi all’importo massimo ammesso in detrazione (14mila o 8mila euro) solo in caso di nuclei con almeno 3 figli a carico oppure con un figlio disabile.
Niente limiti per le spese sanitarie. La nuova rimodulazione in commento prevede una specifica deroga per le spese sanitarie che non vanno considerate nella determinazione dei limiti di di 14mila e 8mila euro.
Escluse le detrazioni “acquisite”. La nuova disposizione prevede un ambito applicativo temporale ferreo abbracciando unicamente gli “accadimenti fiscali” del 2025 e lasciando salve le detrazioni i cui diritti al beneficio dal contribuenti sono stati cristallizzati in anni passi.
Sono infatti esclusi dal computo dei nuovi limiti le rate relative alle detrazioni per delle spese sanitarie, gli oneri sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024 nonché le detrazioni per delle spese sostenute con riferimento agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici nonché di quelle relative alle detrazioni previste da altre disposizioni normative, per spese sostenute fino al 31 dicembre 2024.
Resta il decalage oltre i 120mila euro. La norma non tocca la riduzione progressiva dell’ammontare detraibile che scatta per i contribuenti con redditi tra 120 mila e 240 mila euro fino all’azzeramento della detrazione oltre i 240mila euro.
L’adeguamento delle addizionali. In conseguenza della riforma dell’Irpef viene data la possibilità ai comuni di modificare gli scaglioni e le aliquote dell’addizionale comunale al fine di conformarsi alla nuova articolazione prevista per l’imposta