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Italia e Regno Unito. Accordo per i rimborsi IVA con regole UE

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Relativamente alle operazioni effettuate dal 1° gennaio 2021 con il Regno Unito è applicabile l’art. 38-ter del D.P.R. n. 633/1972 ai fini dell’erogazione dei rimborsi IVA e pertanto:

  • i soggetti stabiliti in Italia possono proporre istanza di rimborso IVA al Regno Unito in conformità alla normativa ivi vigente;
  • soggetti stabiliti nel Regno Unito possono avanzare richiesta di rimborso IVA al ricorrere dei presupposti di cui all’art. 38-ter che, a sua volta, rinvia al primo comma dell’art. 38-bis2, comma 1 del D.P.R. n. 633/1972.

L’istanza di rimborso deve essere presentata secondo le modalità stabilite dal Provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate del 1° aprile 2010.

Nei fatti grazie all’accordo di reciprocità Italia-Regno Unito, deve essere applicato, con effetto retroattivo, dal 1° gennaio 2021, l’art. 38-ter del D.P.R. n. 633/1972, che estende le procedure di rimborso IVA ammesse per i soggetti Ue anche ai Paesi terzi in condizioni di reciprocità.

Questo quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate nella risoluzione n. 22 del 2 maggio 2024.

A seguito del perfezionamento dell’Accordo di recesso tra l’Unione europea e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, approvato il 17 ottobre 2019 ed entrato in vigore il 1° febbraio 2020 (c.d. Brexit), il Regno Unito è considerato Paese terzo rispetto all’Unione europea.

Fino al 31 dicembre 2020, data di fine del periodo di transizione, il Regno Unito ha operato come Paese membro dell’Unione europea sia ai fini doganali sia ai fini IVA e accise.

In particolare, durante il menzionato periodo di transizione, per i soggetti stabiliti nel Regno Unito trovava applicazione l’art. 38-bis2 del D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, rubricato “Esecuzione dei rimborsi a soggetti non residenti stabiliti in un altro Stato membro della Comunità”, che detta i limiti e le modalità di rimborso IVA in ipotesi di soggetti stabiliti in uno Stato appartenente all’Unione europea e privi di stabile organizzazione in Italia.

A decorrere dal 1° gennaio 2021, il Regno Unito non fa più parte del territorio doganale e IVA dell’Unione europea.

In tale contesto, è stato stipulato un accordo di reciprocità tra l’Italia e il Regno Unito, mediante scambio di Note Verbali dei rappresentanti dei due Paesi, entrato in vigore il 7 febbraio 2024.

All’interno delle Note Verbali, di eguale contenuto, i Governi dei due Stati dichiarano di ritenere formalmente sussistenti i presupposti giuridici per il riconoscimento della condizione di reciprocità ai fini dell’erogazione del rimborso IVA per gli acquisti effettuati dagli operatori italiani sul territorio britannico e dagli operatori britannici sul territorio italiano, nell’ambito delle loro attività, a partire dal 1° gennaio 2021, rilevato che il Regno Unito non ha mai interrotto l’erogazione dei rimborsi agli operatori italiani.

L’accordo di reciprocità sarà attuato nel rispetto delle legislazioni britannica e italiana, nonché del diritto internazionale applicabile e, con riferimento alla posizione dello Stato italiano, degli obblighi derivanti dall’appartenenza all’Unione europea, non comportando oneri aggiuntivi a carico dei bilanci previsti dalla normativa vigente di entrambi i Paesi.

Come detto in apertura, sulla base di tale accordo, i rimborsi avverranno sulla base delle disposizioni di cui art. 38-ter del D.P.R. n. 633/1972 che estende le procedure di rimborso IVA ammesse per i soggetti Ue anche ai Paesi terzi in condizioni di reciprocità.

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