In Commissione Finanze della Camera la proposta di abolire il bollo auto
Sarà posta all’esame della Commissione Finanze della Camera la proposta di legge A.C., finalizzata ad abrogare il Testo Unico sulle tasse automobilistiche (D.P.R. 5 febbraio 1953, n. 39 ), e quindi il bollo auto. Tale introito sarebbe compensato – spiega la relazione di accompagnamento alla proposta – da un “aumento minimo dell’accisa sui carburanti”, in applicazione del principio europeo “chi inquina paga”. Viene infatti proposta la sostituzione dell’art. 17 del D.Lgs. 21 dicembre 1990, n. 398, prevedendo la possibilità per le Regioni a statuto ordinario di istituire un’imposta regionale sulla produzione e sul consumo di carburante per autotrazione, erogato dagli impianti di distribuzione ubicati nei territori di loro competenza, nella misura massima di 0,20 euro al litro.
Secondo i proponenti, le minori entrate fiscali – pari a 6,4 miliardi di euro l’anno – potrebbero quindi essere compensate con un’accisa aggiuntiva “pari, ad esempio, a 0,16 centesimi al litro di carburante, poiché nel nostro Paese si consumano annualmente per autotrazione circa 40 milioni di tonnellate di idrocarburi, di cui circa 1 miliardo di metri cubi di metano e oltre 3 milioni di tonnellate di gas di petrolio liquefatto”.
Si tratterebbe quindi di “tributi ambientali in senso stretto”, caratterizzati da una “relazione di causa ed effetto tra il loro presupposto e il fatto materiale che produce o può produrre un danno all’ambiente”. Un meccanismo quale quello descritto – si legge ancora nella relazione – “eviterebbe sia la frode fiscale sul mancato pagamento del bollo, sia la ‘giungla’ normativa sulle esenzioni per i veicoli ultratrentennali e darebbe un colpo mortale ai furbetti delle reimmatricolazioni”.
In materia, la relazione richiama anche la sentenza del 4 marzo 2015 della Corte di Giustizia Ue, che – applicando il principio “chi inquina paga”, cui si ispira la normativa europea (art. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea) – impone al soggetto che fa correre un rischio di inquinamento di pagare i costi della prevenzione e della riparazione. Si tratta – sottolinea la relazione – di un principio fondamentale della politica comunitaria in materia ambientale.