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Controlli antievasione selettivi per ridurre i falsi positivi

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La lotta all’evasione fiscale si intensifica con una nuova strategia volta a ridurre i “falsi positivi”. L’Agenzia delle entrate ha introdotto un nuovo approccio nella selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo nel 2024, con l’obiettivo di migliorare l’efficacia e minimizzare tutti quei casi in cui un contribuente viene erroneamente identificato come sospetto di evasione (i cosiddetti falsi positivi, appunto).

La selezione rappresenta un passaggio determinante nel processo di controllo, poiché è in questo momento che vengono individuati i soggetti a rischio di evasione.

Tuttavia, l’inclusione di contribuenti in regola tra coloro che devono essere sottoposti a verifiche può avere effetti dannosi. Per evitare tali errori, l’Agenzia, nel suo piano operativo dei controlli per il 2024, ha deciso di fare affidamento su algoritmi avanzati, che combinano dati finanziari provenienti dall’Archivio dei rapporti finanziari e altre informazioni fiscali già disponibili.

Questi strumenti permettono di analizzare le posizioni fiscali con maggiore precisione, distinguendo tra semplici anomalie e comportamenti effettivamente a rischio. L’obiettivo è ridurre l’invasività dei controlli e concentrarsi sui casi di maggiore pericolosità fiscale. A supporto di questa strategia, l’atto di indirizzo per il conseguimento degli obiettivi di politica fiscale per gli anni 2024-2026 sottolinea la necessità di ottimizzare le comunicazioni per promuovere la compliance (cosiddette lettere di compliance) e di potenziare le infrastrutture tecnologiche e gli algoritmi di selezione. Inoltre, l’atto prevede il miglioramento dell’interoperabilità delle banche dati, sfruttando i flussi informativi derivanti dallo scambio automatico di informazioni previsti dalle direttive europee e dagli accordi internazionali, nonché dalle transazioni elettroniche e dalla fatturazione elettronica.

L’obiettivo è quello di “stimolare l’adempimento spontaneo dei contribuenti effettivamente non compliant” riducendo al minimo i falsi positivi. Tale impostazione si collega alle previsioni contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che mira alla riduzione del tax gap tramite due azioni: il rafforzamento dei meccanismi di incentivazione alla compliance e il miglioramento della selezione preventiva delle posizioni da sottoporre a controllo. Si punta a un “maggiore sfruttamento delle nuove tecnologie e strumenti di data analysis sempre più avanzati” per favorire controlli mirati e meno invasivi.

La tecnologia ha un ruolo primario nella lotta all’evasione. Nel contesto del rinnovamento digitale, le piattaforme informatiche stanno rivoluzionando l’attività degli uffici territoriali, rendendo disponibili strumenti avanzati per l’analisi e il controllo preventivo. Con un numero crescente di progetti, le Direzioni regionali devono esaminare rapidamente le posizioni segnalate e fornire report sull’efficacia delle misure adottate. Un ulteriore sviluppo è rappresentato dalla collaborazione tra l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza, che nel 2023 ha portato alla creazione di un’Unità integrata di analisi del rischio.

Questo team sviluppa criteri selettivi per identificare schemi di evasione fiscale, con particolare attenzione alla pianificazione fiscale aggressiva. I risultati delle analisi vengono gradualmente messi a disposizione degli uffici territoriali per orientare le attività di controllo. Uno degli strumenti centrali per la selezione dei contribuenti è l’Archivio dei rapporti finanziari (Adr), una banca dati che raccoglie informazioni sui conti correnti, sugli strumenti finanziari e su altre transazioni dei contribuenti. Questo archivio costituisce una risorsa chiave per le attività di controllo e prevenzione dell’evasione, consentendo l’incrocio di dati finanziari con altre informazioni presenti nell’Anagrafe tributaria.

Nel 2023, l’Agenzia delle entrate ha esteso l’uso di queste informazioni per creare liste selettive di contribuenti a rischio, permettendo un controllo più mirato e riducendo i casi di contribuenti erroneamente segnalati. A supporto di questo approccio, la direzione centrale ha rilasciato specifiche direttive per guidare le attività di analisi del rischio. Grazie all’utilizzo dei dati dell’Adr, gli uffici possono identificare con maggiore precisione le posizioni da sottoporre a controllo, valutando criteri di rischio basati su anomalie nei flussi finanziari.

L’Agenzia utilizza algoritmi avanzati per elaborare i dati raccolti dall’Adr e da altre fonti. L’obiettivo è identificare i soggetti con anomalie fiscali e ridurre l’impatto sui contribuenti in regola. L’applicativo Laser (Lavorazione soggetti con elementi di rischio) è lo strumento chiave per la gestione di queste informazioni. Laser elabora liste selettive di contribuenti a rischio che vengono poi inviate agli uffici regionali e provinciali per le attività di controllo. La possibilità di incrociare informazioni finanziarie e fiscali in tempo reale permette una selezione più accurata e una riduzione delle risorse impiegate in controlli inutili.

Nel 2024 è stato avviato il progetto Vear (Vestizione elenchi con dati archivio dei rapporti), che arricchisce ulteriormente le liste selettive predisposte da Laser. Grazie a Vear, le informazioni contenute nell’Adr vengono integrate in elenchi di contribuenti già segnalati per altre anomalie, consentendo un’analisi più completa delle posizioni da controllare. Vear permette anche di visualizzare le informazioni finanziarie con livelli di autorizzazione specifici, garantendo che i dati sensibili siano utilizzati in modo sicuro e conforme alla normativa sulla privacy. Le liste selettive così arricchite consentono una gestione più efficiente dei controlli, migliorando l’accuratezza delle verifiche e riducendo i margini di errore.

Gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) costituiscono un altro strumento fondamentale nella selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo. Gli Isa permettono di attribuire a ciascun contribuente un punteggio di affidabilità fiscale basato su parametri economici e contabili, utilizzati per individuare eventuali anomalie e comportamenti a rischio.

Nel 2024, l’Agenzia delle entrate ha pianificato una campagna informativa mirata a correggere eventuali errori nei modelli dichiarativi Isa del 2022, così da evitare il ripetersi di tali anomalie nel 2023. Attraverso l’analisi dei dati raccolti tramite gli Isa, l’Agenzia è in grado di ottenere un quadro più preciso della compliance fiscale dei contribuenti e intervenire in modo mirato sui soggetti che presentano comportamenti irregolari.

Altre fonti di informazioni. L’introduzione della fatturazione elettronica ha fornito un ulteriore strumento per migliorare i controlli fiscali. I dati raccolti attraverso le fatture elettroniche e i corrispettivi telematici sono incrociati con quelli presenti nell’Adr per individuare possibili anomalie nei ricavi dichiarati dai contribuenti. In particolare, l’Agenzia delle entrate può rilevare casi in cui un contribuente emette fatture, ma non dichiara correttamente i relativi ricavi. I dati sui pagamenti elettronici, raccolti grazie agli obblighi introdotti dal decreto legge n. 124 del 2019, sono un’altra fonte di informazioni. Incrociando questi dati con le dichiarazioni Iva e i corrispettivi telematici, l’Agenzia è in grado di identificare discrepanze che potrebbero indicare casi di evasione fiscale.

Uno degli elementi centrali nella strategia di selezione dei contribuenti e controllo è rappresentato dalla cooperazione amministrativa internazionale in campo fiscale. L’Agenzia delle entrate ha rafforzato i propri strumenti di analisi del rischio attraverso lo scambio automatico di informazioni con Paesi membri dell’Unione europea e Paesi extra-Ue, in conformità con le direttive europee (Dac) e gli accordi internazionali (come il Common reporting standard – Crs).

Questa cooperazione permette all’Agenzia di ottenere dati finanziari su conti esteri detenuti da contribuenti italiani e informazioni dettagliate sulle transazioni internazionali, facilitando così l’identificazione di potenziali casi di evasione o elusione fiscale. L’utilizzo di questi flussi di informazioni risponde agli indirizzi operativi previsti per il triennio 2024-2026, che sottolineano l’importanza di una migliore selezione dei contribuenti a rischio tramite un uso più efficace delle informazioni fiscali estere.

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