Bonus edili: nel cassetto fiscale 7 miliardi di crediti incagliati o in attesa di accettazione
Sette miliardi di crediti edilizi incagliati o in attesa di accettazione. A tanto ammontano secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, MEF, i crediti in stand by. Di questi crediti bloccati, quasi 4,5 miliardi sono relativi al superbonus.
Il Ministero è stato chiamato a rispondere a un’interrogazione in Commissione Finanza alla Camera.
Con riferimento alla richiesta relativa all’ammontare dei crediti d’imposta da bonus edilizi ceduti e non ancora accettati dopo 30 giorni, distinti per annualità e tipologia di bonus, nel file allegato alla Risposta in parola, sono riportati i dati delle cessioni dei bonus edilizi (prime e successive cessioni) e degli sconti in fattura che, alla data del 10 luglio 2023, risultano ancora in attesa di accettazione da parte del cessionario. I numeri sono quelli citati in premessa.
Al riguardo, il Ministero fa presente che i dati si riferiscono alle cessioni dei crediti e agli sconti in fattura comunicati dai cedenti all’Agenzia delle Entrate, per i quali i cessionari e i fornitori, decorsi 30 giorni, non hanno ancora comunicato all’Agenzia la volontà di accettarli o rifiutarli; tali crediti, per i quali è stata comunicata la cessione – seppur non ancora accettata dal cessionario – non vanno considerati come crediti “incagliati”; le cessioni comunicate alla piattaforma dell’Agenzia sono, infatti, quelle per le quali il cedente ha già individuato la controparte.
Le disposizioni di riferimento non prevedono un termine entro cui il cessionario debba comunicare all’Agenzia delle Entrate l’accettazione o il rifiuto del credito; la stessa Agenzia delle Entrate non può intervenire sulla volontà del cessionario di accettare o rifiutare il credito ceduto e non è a conoscenza di quali e quante delle cessioni in attesa di accettazione derivino da comunicazioni errate, che i cessionari sono tenuti a rifiutare.
I dati non comprendono i crediti già acquistati e accettati da cessionari e fornitori, che tali soggetti non riescono a cedere a terzi e per i quali, dunque, non è stata ancora effettuata alcuna comunicazione all’Agenzia.
Dunque, l’entità dei crediti bloccati potrebbe ancora lievitare.