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Alla Camera prosegue l’esame del decreto “crescita”

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Prosegue presso la Commissione Finanze della Camera l’esame del disegno di legge C. 1807, di conversione in legge del decreto “crescita” (D.L. 30 aprile 2019, n. 34): oggi, in particolare, sono previste le audizioni dei rappresentanti di Confindustria, R.ETE. Imprese Italia, Assoconfidi e Rete professioni tecniche.

Tra le principali novità del provvedimento, si segnalano tra l’altro:

  1. la reintroduzione del superammortamento nella misura del 130 per cento per gli investimenti effettuati a decorrere dal 1° aprile 2019, con consegna del bene entro il 30 giugno 2020 (la maggiorazione, peraltro, potrà essere utilizzata soltanto per investimenti in beni materiali strumentali nuovi – esclusi i veicoli e gli altri mezzi di trasporto – per la quota di investimento di importo non superiore a 2,5 milioni di euro);
  2. la soppressione della mini-Ires – che fu introdotta dall’art. 1, commi da 28 a 34 , della legge di Bilancio 2019 (Legge 30 dicembre 2018, n. 145). Contestualmente si prevede l’introduzione di un’agevolazione Ires finalizzata ad incentivare il reimpiego degli utili in azienda. In particolare, è prevista un’aliquota ridotta sugli utili reinvestiti, a prescindere dalla loro destinazione specifica, pari:
    – al 22,5 per cento per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2018;
    – al 21,5 per cento per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2019;
    – al 21 per cento per il periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2020;
    – al 20,5 per cento per i periodi d’imposta successivi;
  3. l’incremento della deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa e di lavoro autonomo, già aumentato al 40 per cento dall’art. 1, comma 12 , della legge di Bilancio 2019;
  4. la possibilità di accedere al Patent Box mediante la determinazione diretta del beneficio. La norma dispone inoltre che in caso di rettifica del reddito escluso da imposizione, la sanzione per infedele dichiarazione non si applichi qualora – nel corso della verifica – il contribuente consegni al Fisco la documentazione idonea a consentire il riscontro della corretta determinazione della quota di reddito escluso. Seguirà un provvedimento attuativo dell’Agenzia delle Entrate.

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