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Malattia professionisti, ANC e CNDCEC: “Ok all’emendamento al decreto ‘Sostegni’”

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Il Consiglio nazionale dei commercialisti e l’ANC (Associazione Nazionale Commercialisti) accolgono con soddisfazione l’emendamento al decreto “Sostegni” (D.L. 22 marzo 2021, n. 41) che prevede il differimento dei termini degli adempimenti in capo al professionista per sopravvenuta impossibilità dovuta all’insorgenza di sintomi di Covid-19.

L’emendamento – presentato dai senatori De Bertoldi, Conzatti, Marino, Nannicini, Romeo, Stegher e Toffanin – prevede la sospensione degli adempimenti per 45 giorni, qualora il professionista incaricato per conto del proprio cliente contragga il virus Covid-19. In particolare, viene disposto che “la mancata trasmissione di atti, documenti o istanze, nonché i mancati pagamenti, entro il termine previsto che comporti mancato adempimento da parte del professionista abilitato per sopravvenuta impossibilità dello stesso per l’insorgenza dei sintomi di Coronavirus 2, non comporta decadenza dalle facoltà e non costituisce comunque inadempimento connesso alla scadenza dei termini medesimi”, con la conseguente esclusione di sanzioni nei confronti del professionista e del suo cliente.

Tuttavia, ha sottolineato il Presidente dell’Associazione, Marco Cuchel, “è bene ribadire con forza che questa misura, sebbene oltremodo opportuna e urgente, non può essere in grado di colmare il grave vuoto normativo esistente nel nostro Paese, un vuoto che solamente un provvedimento organico, come il disegno di legge AS 1474 che oggi attende ancora di poter completare il suo iter parlamentare, sarà finalmente in grado di sanare”.

Per il Vicepresidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Giorgio Luchetta, l’emendamento “è un ulteriore, concreto passo nella direzione del riconoscimento di diritti ad oggi negati ai professionisti italiani. Il Consiglio nazionale dei commercialisti sostiene con forza questa iniziativa parlamentare, augurandosi fortemente che l’emendamento possa essere approvato”.

Luchetta ha inoltre ricordato che “sono davvero tanti i nostri colleghi che hanno contratto il virus e che ci segnalano l’impossibilità di rispettare le scadenze degli adempimenti. Una norma che ci tuteli in questi casi, sollevandoci in un momento così drammatico da obblighi che siamo fisicamente impossibilitati a rispettare, ci sembra un passaggio non più rinviabile, direi un atto dovuto. In questa fase di emergenza pandemica è ancor più paradossale che alle libere professioni non venga riconosciuto un principio costituzionalmente garantito quale il diritto alla malattia”.

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