Risarcimento per il bene acquistato non conforme se la riparazione o la sostituzione sono eccessivamente onerose
In materia di vendita di beni di consumo affetti da vizio di conformità, qualora la riparazione o la sostituzione risultino impossibili o eccessivamente onerose, il consumatore ha diritto di agire per il solo risarcimento del danno: lo ha affermato la seconda sezione civile della Corte di Cassazione con la sentenza 8 ottobre 2019, n. 1082, depositata lo scorso 20 gennaio. Per i giudici di legittimità, in particolare, tale diritto dev’essere assicurato benché non espressamente contemplato dall’art. 130, comma 2, del Codice del Consumo, e al fine di garantire al consumatore uno standard di tutela più elevato rispetto a quello realizzato dalla Direttiva n. 44/1999.
La Suprema Corte ha sottolineato che tra i diritti che competono al consumatore, “nel caso di difetto di conformità”, il secondo comma dell’art. 130 del richiamato Codice del Consumo non annovera il diritto al risarcimento del danno cagionato dall’inadempimento. Ciò non significa peraltro – hanno precisato gli Ermellini – che il consumatore che abbia ricevuto un bene non conforme al contratto non possa esercitare, nei confronti del professionista, delle pretese risarcitorie: il diritto al risarcimento del danno rientra senz’altro tra i “diritti” attribuiti al consumatore da “altre norme dell’ordinamento giuridico”, ai sensi dell’art. 135 del medesimo Codice.