Privacy, diritto all’oblio per l’imprenditore riabilitato
Ha diritto all’oblio su internet anche chi, dopo una condanna penale, ha ottenuto la riabilitazione. Il principio è stato affermato dal Garante privacy che – con il provvedimento n. 153 del 24 luglio 2019 , appena pubblicato – ha ordinato a Google la rimozione di due Url, che rimandavano ad informazioni giudiziarie non più rappresentative della attuale situazione di un imprenditore.
Nel caso esaminato, il Garante ha accolto la domanda di cancellazione in considerazione:
- del periodo trascorso dalla vicenda giudiziaria che aveva coinvolto l’imprenditore (nel 2007) e dalla pronuncia di condanna (del 2010);
- della intervenuta riabilitazione nel 2013;
- dell’estraneità del fatto rispetto all’attuale professione svolta dall’interessato.
Nel giudicare fondato il reclamo ed ordinare la deindicizzazione delle notizie, l’Autorità ha ritenuto che la persistente reperibilità in rete degli Url contestati, nonostante la riabilitazione e il tempo trascorso dal verificarsi dei fatti, determinasse un impatto sproporzionato sui diritti dell’interessato, non bilanciato da un attuale interesse del pubblico a conoscere la vicenda.
La persistenza in rete di tali informazioni giudiziarie non aggiornate, inoltre, non sarebbe conforme ai principi alla base dell’istituto della riabilitazione, il quale, pur non estinguendo il reato, comporta il venir meno delle pene accessorie e di ogni altro effetto penale della condanna come misura premiale finalizzata al reinserimento sociale della persona.