Tax free shopping, il Fisco “boccia” la prassi di emettere un’unica nota di variazione cumulativa
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Nell’ambito delle operazioni di tax free shopping, non è corretta la prassi di emettere un’unica nota di variazione cumulativa a modifica di più documenti contabili: lo ha affermato l’Agenzia delle Entrate con la Risoluzione 11 giugno 2019, n. 58 .
Al riguardo si ricorda che:
- con la Risoluzione 15 febbraio 1994, n. 1882, si consentiva ai cedenti dei beni di effettuare una sola annotazione sul registro di cui all’art. 25 del D.P.R. n. 633/1972, in luogo delle singole annotazioni, relative ad altrettante operazioni di tax free shopping;
- la Risoluzione 18 marzo 1992, n. 445849, alla richiesta di poter emettere “al posto di una singola nota di variazione per ciascun documento ‘tax free’ rilasciato, un’unica nota di variazione riassuntiva, a fronte dell’estratto conto che la società invia mensilmente ai commercianti cedenti”, rispondeva che “i cedenti dei beni possano procedere all’annotazione sul registro di cui all’art. 25 della variazione dell’imposta corrispondente a ciascuna operazione effettuata, soddisfacendo in tal modo gli adempimenti richiesti dall’art. 38-quater del D.P.R. n. 633/1972”.
Come sottolineato dall’Agenzia con la Risoluzione n. 58/2019 , entrambe le risoluzioni richiamate fanno espressamente riferimento alla fattispecie di cui all’art. 38-quater, comma 2, del decreto Iva.
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