Chi aderisce al CPB accede alla sanatoria degli anni 2018-2022
Al voto oggi, 1° ottobre, la sanatoria per il quinquennio 2018-2022, introdotta dall’emendamento al D.L. n. 113/2024, che rende possibile per i contribuenti sanare cinque anni d’imposta (dal 2018 al 2022), qualora abbiano applicato gli ISA e aderito al concordato preventivo biennale entro il 31 ottobre 2024.
Il D.d.l. di conversione del Decreto “Omnibus” (D.L. n. 113/2024) ha ottenuto l’ok delle commissioni Bilancio e Finanze del Senato e nella giornata odierna, 1° ottobre, verrà votata la fiducia. Il provvedimento, che scade l’8 ottobre 2024, deve passare poi in seconda lettura alla Camera.
Il calcolo del maggior imponibile da sanare prevede una maggiorazione forfettaria:
- che va dal 5% in più per chi ha un voto ISA massimo (pari a 10)
- al 50% per i contribuenti con voto pari a 3.
All’imponibile ottenuto si applicherà un’imposta sostitutiva che varia su tre aliquote, come per i versamenti del concordato preventivo:
- 10% per chi ha da 8 a 10 come voto ISA nel 2023;
- 12% per chi ha da 6 a 8 come voto ISA nel 2023;
- 15% per chi ha meno di 6.
Con la possibilità di sanare anche l’IRAP con un’aliquota unica del 3,9%. Nuovo abbattimento del 30% per i due periodi più colpiti dal Covid: 2020 e 2021.
Si verserà entro il 31 marzo 2025, in un’unica soluzione o in forma rateale versando entro la scadenza la prima di 24 rate mensili.
A questo però farà fronte un aumento dei termini di accertamento:
- fino al 31 dicembre 2027 per chi sceglie il ravvedimento
- e fino al 2024 per chi accetta solo il risultato con il concordato.
Proroghe dei termini di decadenza per gli accertamenti – L’emendamento porta a uno slittamento del termine per gli accertamenti:
- per i soggetti ISA che aderiscono al CPB, ma non aderiscono al ravvedimento, i termini di decadenza dell’accertamento in scadenza il 31 dicembre 2024 sono prorogati al 31 dicembre 2025;
- per coloro che aderiscono al CPB e aderiscono al ravvedimento, i termini sono prorogati fino al 31 dicembre 2027.
La norma non sembra considerare che potrebbero esserci contribuenti che, avendo ottenuto un voto ISA elevato, hanno beneficiato del regime premiale, che comporta la riduzione di un anno dei termini decadenziali, con la conseguenza che il potere di rettifica è già spirato (il 31 dicembre 2023 o, con la sospensione Covid, il 25 marzo 2024); quindi, per loro, è irrilevante il differimento.
Inoltre, le dichiarazioni presentate nel 2019 (anno 2018) possono essere rettificate non fino al 31 dicembre 2024, ma al 26 marzo 2025 (dato il periodo di sospensione Covid di 85 giorni).
Tutte le nuove proroghe degli accertamenti (a prescindere dall’adesione o meno al ravvedimento) riguardano anche l’IVA e non solo le imposte sui redditi e l’IRAP.