Pos, il ritorno della compliance

L’agenzia delle entrate torna alla carica con le lettere di compliance per segnalare presunti incassi Pos non dichiarati per l’anno 2022.

L’annualità oggetto di verifica è la medesima puntata dall’amministrazione finanziaria già lo scorso ottobre 2023 con l’invio massivo di comunicazioni ai contribuenti, principalmente gli esercenti, poi annullate dalla stessa agenzia delle entrate per errori macroscopici presenti nei calcoli e nei prospetti allegati.

L’amministrazione ora, probabilmente dopo la scrematura dei dati palesemente errati riferiti agli incassi Pos, in alcuni casi duplicati o triplicati, rispetto a quelli effettivamente realizzati dai contribuenti, sembra aver aggiustato il tiro ed in questi giorni ha riemesso ed inviato le segnalazioni per l’anno 2022 non in maniera massiva ma mirando ai soggetti “selezionati” che risultano potenzialmente avere uno scostamento tra dichiarato e incassato con pagamento elettronico.

Le compliance sui presunti incassi Pos non dichiarati

Le compliance in commento sono generate grazie all’incrocio dei dati delle fatture elettroniche e scontrini telematici emessi con quelli inviati dagli operatori finanziari che hanno l’obbligo di trasmettere all’agenzia delle entrate i dati identificativi degli strumenti di pagamento elettronico messi a disposizione degli esercenti, nonché l’importo complessivo delle transazioni giornaliere effettuate mediante gli stessi strumenti.

I contenuti della lettera inviata dal Fisco

La segnalazione inviata dall’agenzia delle entrate presenta la medesima “costruzione” della precedente, quelle poi massivamente annullate nel 2023, ovvero una lettera in cui si dà evidenza del numero di mensilità in cui si rileva lo scostamento tra incassato elettronicamente e dichiarato, e poi l’ammontare complessivo presunto non indicato nella dichiarazione dei redditi.

Nella comunicazione poi viene segnalato che accedendo al cassetto fiscale è possibile prelevare sia il prospetto esplicativo di dettaglio degli importi dei pagamenti elettronici incassati tramite Pos sia quello dei pagamenti Pos con gli scostamenti mensili analiticamente individuati.

Cosa può fare chi riceve la comunicazione

Come indicato nel provvedimento numero 352652/2023 del 3 ottobre 2023 e contenente le disposizioni di attuazione di questa tipologia di compliance, i contribuenti che ricevono la segnalazioni possono richiedere informazioni ovvero segnalare all’agenzia delle entrate eventuali elementi, fatti e circostanze dalla stessa non conosciuti per evitare poi l’accertamento, operazione effettuabile anche mediante commercialisti ed altri intermediari.

Qualora invece il contribuente riscontri la correttezza dei dati forniti dell’amministrazione può regolarizzare la propria posizione secondo le modalità previste dall’articolo 13 del d.lgs 472/1997, beneficiando della riduzione delle sanzioni (da dichiarazione infedele) in ragione del tempo trascorso dalla commissione delle violazioni stesse.

La verifica dei dati comunque è attività non agevole sia a causa della complessa rilevazione dello scostamento poiché strutturato su base mensile e non annuale rendendo difficoltosi gli allineamenti per eventuali pagamenti disposti a cavallo di due o più mensilità, sia nei casi in cui il contribuente non adotti la contabilità ordinaria ma quella semplificata senza quindi la necessità di rilevare incassi e pagamenti.

E’ da sottolineare che la compliance sui Pos è stata anticipata per la prima volta con il Documento di Economia e Finanzia 2023 (DEF) approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 11 aprile e portata a compimento in tempi rapidissimi anche per rispettare gli obiettivi fissati con il PNRR sulla riduzione del tax gap complessivo nel 2023 e nel 2024.