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Fattura elettronica UE: la rivoluzione in arrivo dal 2028

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La Direttiva 2014/55/UE mira a uniformare e digitalizzare i processi di transazione. Grazie alla riforma del regolamento VAT, si stima un recupero dell’IVA sul territorio europeo di circa 11 miliardi l’anno. L’obiettivo è, infatti, riassorbire la perdita derivante dall’evasione IVA, stimata in 50-70 miliardi di euro all’anno.

L’introduzione di questo obbligo faciliterà la creazione del mercato digitale unico e l’interoperabilità tra stati. Per gli stati membri è iniziata la “corsa all’adeguamento”. Un’operazione di questo tipo richiede tempo, e sono necessari alcuni step preliminari non solo per la definizione delle specifiche tecniche, ma anche per l’adeguamento della normativa IVA.

L’arrivo della fatturazione elettronica UE non comporterà solo un cambio di formato, ma una rivoluzione nei processi aziendali, nelle abitudini lavorative e nella normativa fiscale. Dal 2028 sarà obbligatorio notificare le transazioni B2B intra-EU.

La fatturazione elettronica UE in sintesi
Cos’è la fatturazione elettronica europea  Una vera e propria “fatturazione elettronica europea” al momento non esiste. Ma i segnali che ne fanno intuire l’imminente introduzione per gli stati membri sono molti. Le imprese dovranno notificare elettronicamente le operazioni transfrontaliere.
Modifiche normative La proposta di revisione del regolamento IVA (VAT Directive 2006/ 112/ EC ) a livello europeo, è denominata “VAT in the Digital Age” ed è stata pubblicata l’8 dicembre 2022.

Ecco le modifiche rilevanti:

  1. l’introduzione di un sistema di notificazione obbligatoria per le transazioni all’interno dell’UE;
  2. a partire dal 2025, gli stati membri potranno eliminare la clausola che prevede che i clienti debbano preventivamente accettare di ricevere una fattura in formato elettronico e non cartaceo;
  3. l’eliminazione dell’art.232 della VAT Directive, che, al momento, obbliga gli stati membri a richiedere una deroga per rendere la fatturazione elettronica obbligatoria nel B2B e nel B2C. La sua eliminazione, quindi, renderà più semplice per i paesi introdurre questa obbligatorietà, senza dover prima chiedere autorizzazione all’Unione Europea, e la fatturazione elettronica potrà essere considerata la modalità da adottare “di default” rispetto a quella cartacea. È probabile, comunque, che l’obbligatorietà entrerà in vigore solo per le transazioni B2B interne all’UE, mentre rimarrà opzionale per quelle nazionali.
Entrata in vigore L’introduzione di un obbligo a livello comunitario richiede tempo, poiché è indispensabile dare tempo a tutti gli stati membri di adeguarsi.

Già a partire dal 2024, però, gli stati membri potranno imporre l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica – che dovranno rispettare gli standard tecnologici UE – senza richiedere preventiva autorizzazione, mentre le altre modifiche alla ViDA entreranno in vigore gradualmente a partire dal 2025. 

È già iniziata la “corsa all’adeguamento” da parte degli stati membri che ancora non hanno introdotto l’obbligo per la fatturazione elettronica B2B, e le aziende italiane che commerciano con altri paesi UE dovranno sforzarsi di seguire le normative dei paesi in cui risiedono i partner commerciali. Bulgaria, Romania, Serbia, Polonia e Belgio hanno introdotto  l’obbligo di fatturazione elettronica B2B nel 2023, seguite da Francia, Slovacchia, Finlandia, Danimarca e Spagna che lo faranno tra il 2024 e il 2025.

Per quanto riguarda l’Italia e le fatturazioni nazionali, fino al 2028 non dovrebbero esserci impatti sostanziali, poiché il Sistema di Interscambio è già in grado di elaborare le fatture elettroniche conformi agli standard europei. L’anno di svolta sarà però il 2028, da quando sarà obbligatorio notificare le transazioni B2B intra-UE.

Come prepararsi alla fatturazione elettronica europea Sono state create delle international e-invoicing platforms, che permettono di gestire l’attivazione della fatturazione elettronica dei vari paesi secondo le roadmap definite dalle normative locali.

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