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Flat tax incrementale: valutazioni di convenienza da effettuare a fine anno

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La Legge 29 dicembre 2022, n. 197, all’art. 1, commi da 55 a 57, ha introdotto un nuovo regime agevolativo opzionale, la c.d. flat tax incrementale, che consente agli imprenditori e ai professionisti che esercitano attività in forma individuale, non in regime forfettario, di tassare ad imposta sostitutiva ad aliquota 15% l’incremento reddituale conseguito nell’esercizio 2023, rispetto al triennio precedente.

Entrando negli ultimi mesi dell’anno si avvicina per molti professionisti e imprese il momento di verificare se ci sono i requisiti per beneficiare dell’agevolazione, valutando la possibilità di massimizzare il risparmio fiscale.

In particolare, qualora si accerti che ricorrono i requisiti soggettivi e oggettivi per accedere alla flat tax incrementale e che il reddito 2023 risulti superiore al reddito di riferimento (maggiore reddito del triennio) è possibile considerare alcuni comportamenti che, lecitamente, permetterebbero di incrementare il reddito soggetto ad imposizione sostitutiva, di norma più conveniente rispetto a quella ordinaria.

SOGGETTI INTERESSATI POSSIBILI COMPORTAMENTI
Professionisti È possibile agire in due direzioni:

  • da un lato posticipando i pagamenti, rilevanti secondo il principio di cassa soltanto al momento dell’effettiva uscita finanziaria;
  • dall’altro, anticipando i compensi, magari in presenza di contratti continuativi.
Imprese in contabilità semplificata con registrazione “per cassa” È sufficiente posticipare il momento di registrazione degli acquisti fine 2023 oppure anticipare l’emissione delle fatture di inizio 2024.

Da segnalare che tali comportamenti non sono efficaci, invece, nel caso di imprese in contabilità ordinaria dove resta ferma l’applicazione del principio di competenza.

Ricordiamo infine che, secondo quanto precisato dall’Agenzia delle Entrate con la circolare 18/E/2023 : «Nel caso in cui il reddito d’impresa o derivante dall’esercizio di arti o professioni sia negativo, ai fini della determinazione dell’incremento di reddito da assoggettare alla “flat tax incrementale”, la perdita è da ritenersi irrilevante. La determinazione della quota di reddito incrementale, difatti, ha la finalità di stabilire quanta parte del reddito 2023 è soggetta alla tassa piatta incrementale e, per differenza, a tassazione ordinaria. Nell’ipotesi in cui il parametro di confronto rispetto al reddito del 2023 sia negativo, il reddito soggetto alla tassa piatta incrementale è tutto quello dell’anno 2023 (non di più), sempre nei limiti di 40.000 euro (analogamente a quanto risulterebbe nel caso in cui il parametro di confronto fosse pari a zero)».

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