Società calcistiche tra i soggetti destinatari degli obblighi antiriciclaggio
Rivoluzione antiricilaggio in vista per effetto degli emendamenti introdotti nel mese di aprile sulla “Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alla prevenzione dell’uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo”. Tali interventi, se confermati, andrebbero infatti a impattare sensibilmente sui fondamenti della disciplina agendo sia in materia di soggetti obbligati, che in ambito di individuazione del titolare effettivo e di estensione delle persone politicamente esposte.
Sono infatti numerosissime le novità recate dal corposo testo regolamentare, tra queste si segnalano in particolare le potenziali modifiche in tema di titolare effettivo:
- con abbassamento della soglia per la partecipazione rilevante ai fini del controllo: che passerebbe dall’attuale 25%+ 1 al “15% + 1 delle azioni o dei diritti di voto o di altra partecipazione diretta o indiretta nella società, anche attraverso azioni al portatore, a ogni livello di proprietà”;
- il titolare effettivo verrebbe quindi individuato con una quota di partecipazione o dei diritti di voto del 15% + 1 che, in alcuni casi (a seconda della tipologia societaria di riferimento) potrebbe scendere addirittura al 5% + 1.
Ma non finisce qui, tra le previsioni si mira anche ad attirare tra i soggetti obbligati agli adempimenti antiriciclaggio le società di calcio professionistico di alto livello. Verrebbero ad essere coinvolte, quindi quelle persone giuridiche stabilite in uno Stato membro che possiedono o gestiscono una società di calcio professionistica di cui almeno una squadra gioca nel campionato o nei campionati dei due livelli più alti della competizione in tale Stato membro e il cui fatturato annuo è pari almeno a 7.000.000 di euro.
Da ampliare, stando agli emendamenti in analisi, anche l’elenco delle persone che si qualificano come persone politicamente esposte con aggiunta dei responsabili degli enti regionali e locali, compresi i raggruppamenti di comuni e le regioni metropolitane. Ciò in considerazione dell’elevato bilancio di cui i predetti funzionari possono trovarsi responsabili in un ruolo esecutivo, anche nelle procedure di appalto pubblico.