Contributo a fondo perduto per le imprese danneggiate dall’adeguamento alla Brexit
È attiva la Riserva di adeguamento alla Brexit (BAR) finalizzata a sostenere le imprese italiane che hanno maggiormente risentito della Brexit o sono direttamente esposte alle conseguenze negative della stessa, mediante rimborso dei maggiori oneri sostenuti.
In sintesi:
Descrizione | |
Potenziali beneficiari | Possono beneficiare dell’agevolazione le Piccole, Medie e Grandi Imprese private, che possiedono tutta la documentazione necessaria per dimostrare che gli effetti negativi subiti sono riconducibili alla Brexit. In particolare, deve sussistere un collegamento diretto con gli effetti negativi della Brexit (ad esempio: una contrazione del volume di affari, l’allungamento dei tempi di gestione degli ordini, licenziamento o assunzione di nuovo personale a causa della Brexit, certificazioni aggiuntive, etc.). |
Spese ammissibili dal 2020 al 2023 | Sono ammissibili al bando le spese sostenute a decorrere dal 1° gennaio 2020 e fino al 31 dicembre 2023 direttamente connesse alla Brexit, relative a:
L’importo delle spese ammissibili deve essere superiore a 10.000 euro e inferiore a 200.000. Non sono ammessi interventi di delocalizzazione d’impresa. |
Contributo a fondo perduto | Per tutelare il tessuto imprenditoriale nazionale, l’Agenzia per la coesione territoriale mette a disposizione 112 milioni di euro per aiutare le imprese che hanno subito gli impatti negativi generati dalla Brexit.
La riserva di adeguamento alla Brexit (BAR) prevede un contributo a fondo perduto fino al 100% delle spese ammissibili, rivolto a tutte le imprese, a prescindere dalla dimensione aziendale. È prevista l’applicazione del regime de minimis e non è ammesso il cumulo, con altri aiuti pubblici, relativamente alla quota parte delle spese coperte dal contributo. |
Scadenza | Le domande possono essere effettuate dalle imprese italiane:
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