Riforma fiscale: flat tax incrementale anche per i lavoratori dipendenti
Nel DDL delega per la riforma fiscale si parla anche di flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti.
Innanzitutto si interverrà sulle aliquote IRPEF.
A oggi, dopo l’intervento delle Legge n. 234/2021, Legge di Bilancio 2022, le aliquote IRPEF, sono così differenziate:
- 23% – fino a 15.000 euro;
- 25% – oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro;
- 35% – oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro;
- 43% – oltre 50.000 euro.
Le precedenti aliquote erano così articolate: 23% – fino a 15.000 euro; 27% – oltre i 15.000 euro e fino a 28.000 euro; 38% – oltre i 28.000 euro e fino a 55.000 euro; 41% – oltre 55.000 euro e fino a 75.000 euro; 43% – oltre 75.000 euro.
Con la riforma fiscale, potrebbero essere introdotti tre scaglioni rispettivamente al 23%, al 33% e al 43%; possibile anche un secondo scaglione al 27%.
Detto ciò, la flat tax, a oggi riservata ai titolari di redditi da lavoro autonomo o di impresa non aderenti al regime forfetario, potrà essere estesa ai lavoratori dipendenti.
Lo schema di flat tax dovrebbe essere quello a oggi in vigore; dunque come parametro base si prende: la differenza tra il reddito del periodo d’imposta oggetto di dichiarazione e il reddito più alto dichiarato nei tre anni precedenti.
Da qui, tale differenza deve essere ridotta del 5% dell’ammontare del reddito più alto preso a riferimento (c.d. franchigia). Su questa base imponibile che non può essere superiore a 40.000 euro, si applicherà la flat tax incrementale del 15%.
La riforma resterà ancorata al principio costituzionale della progressività, mirando a garantire l’equità orizzontale e semplificare il sistema. Il target di sfondo resta quello di traguardare ad un’aliquota impositiva unica, ossia di fatto una flat tax universale, ma bisognerà vedere se ci saranno i margini politici e il consenso necessari ad una rivoluzione di tale portata (Fonte bozza DDL delega).