Bonus facciate: sconto in fattura valido anche se risulta solo nel saldo

Via libera allo sconto in fattura sul bonus facciate su tutto l’importo dell’intervento contrattualmente pattuito anche nel caso in cui sia omessa l’indicazione nella fattura di acconto, a condizione però che lo sconto complessivo sia riportato nella fattura di saldo e il committente non abbia detratto il pagamento effettuato della fattura di acconto. Questa la strada indicata dalla risposta ad interpello n. 247/E dell’8 marzo 2023 come modalità per ovviare ad un errore piuttosto frequente in tema di sconto in fattura.

Nell’ambito della normativa concernente il meccanismo delle opzioni per l’utilizzo indiretto della detrazione si prevede che:

• la detrazione va commisurata alla spesa ”sostenuta” come documentata con la fattura;
• lo sconto non può essere superiore alla detrazione spettante.

Si rende necessario quindi indicare in fattura lo sconto concesso al committente (pari, al più, alla detrazione medesima), indicazione che consente di individuare, altresì, il credito d’imposta utilizzabile in compensazione o cedibile. Coerentemente con quanto sopra chiarito, nella nota n. 18 della circolare n. 19/E del 27 maggio 2022 è stato precisato che, al fine di dare evidenza dell’esercizio dell’opzione da parte del committente per la fruizione della detrazione nella modalità alternativa dello ”sconto in fattura”, il fornitore deve indicare in ciascuna fattura l’esatto ammontare dello sconto concesso, corrispondente alla detrazione spettante in base all’importo fatturato ciò ”anche in caso di sconto parziale”. Diversamente, laddove il corrispettivo dovuto è stato indicato nella fattura senza esporre lo sconto (presumibilmente al fine di finanziare l’avvio dei lavori), il fornitore non ha titolo per maturare il credito d’imposta, poiché lo sconto non trova riscontro in fattura. In tale ultima ipotesi l’agevolazione può essere fruita dal solo committente, direttamente sotto forma di detrazione, salva la successiva possibilità di cedere terzi un credito d’imposta pari alla detrazione spettante.

Con la risposta ad interpello in argomento l’Agenzia ha trattato il caso relativo al bonus facciate con:

• una fattura in acconto, pagata per l’intero valore dal committente (ad esempio, 3.751 euro + IVA), senza applicazione di alcuno sconto;
• una fattura a saldo (nell’esempio, di 37.510 euro + IVA), con applicazione dello sconto in fattura del bonus facciate, pari al 90% dell’intero corrispettivo pattuito (quindi, il 90% non solo del saldo di 37.510 euro, ma anche dell’acconto già pagato di 3.751 euro).

Richiamando i chiarimenti già forniti con la risposta ad interpello n. 238/E/2023 l’Agenzia ha rilevato che nonostante l’errore di fatturazione commesso, sembrano, comunque, ricorrere gli altri presupposti per lo sconto in fattura. Al fine di consentire la riconciliazione dei documenti e delle somme effettivamente dovute e riconosciute sotto forma di sconto, è necessario che nella fattura a saldo sia indicato l’ammontare complessivo del corrispettivo dovuto su cui calcolare lo sconto spettante nonché l’importo già corrisposto a pagamento della fattura di acconto.

Ai fini della prova dell’indisponibilità della detrazione in capo al committente (perché già ceduta sotto forma di sconto) può, altresì, tornare utile l’integrazione, con un documento extracontabile, della fattura emessa a titolo di acconto con il richiamo allo sconto concesso rispetto al complesso dei lavori realizzati.

L’Agenzia segnala infine che la presenza di errori quali quelli riconducibili a quello commesso, pur non inficiando la spettanza della detrazione alla luce degli elementi dimostrativi sopra illustrati, costituisce un indicatore di possibile anomalia in sede di analisi dei rischi.